Domenica 01 Maggio 2011 |
I risultati di studi in 136.000 soggetti
È stata valutata l’associazione tra consumo di ibuprofene e rischio di sviluppare la malattia di Parkinson in 136.000 soggetti seguiti per 6 anni, nell’ambito dello studio sulla salute delle infermiere (NHS) e degli operatori sanitari (HPFS). Durante quel periodo si sono verificati 291 casi di malattia di Parkinson tra i partecipanti. Il rischio di sviluppare la malattia era inferiore del 38% tra i consumatori di ibuprofene ed inversamente proporzionale all’entità del consumo. Lo stesso non valeva per altri anti-infiammatori, come l’aspirina. I dati di questo studio sono stati messi insieme a quelli di altri 5 studi ed i risultati sono stati simili (rischio ridotto del 27%). Gli autori suggeriscono anche un possibile meccanismo d’azione ovvero l’attivazione della via PPARy , che inibisce l’apoptosi (la morte programmata) delle cellule ed i danni ossidativi. Un neurologo esperto della Mayo Clinic ha affermato sulla rivista Neurology che i risultati di uno studio epidemiologico come questo non sono sufficienti per consigliare l’uso di ibuprofene ai pazienti parkinsoniani, ma potrebbe valere la pena di impostare un studio clinico per valutare il ruolo di ibuprofene come agente neuroprotettivo contro la malattia.
Fonte: Gao X et al Neurology 2011; 76: 863-869 |